
25 Ott Sintetizzatori: espressività e dinamica del suono
Avete passato anni rinchiusi in casa a suonare scale, arpeggi ed esercizi per migliorare la vostra tecnica. Riuscite a riprodurre alla perfezione gli assoli più difficili e veloci. Qualcosa, però, manca ancora al suono dei vostri sintetizzatori e rende il risultato finale peggiore del previsto. Vi siete mai chiesti come migliorare l’espressività e la dinamica di un suono derivante da sintesi?
Con il seguente articolo vorrei far riflettere chiunque utilizzi tali suoni – pianisti, tastieristi, produttori – di porre una maggior attenzione sull’espressività e la dinamica, senza focalizzarsi esclusivamente sulla tecnica, cercando di sperimentare il più possibile nella variazione dei diversi parametri del suono o nella tecnica esecutiva per ottenere il suono più adatto all’esecuzione.
Non voglio perdere troppo tempo a parlare di generatori sonori – siano essi tastiere, expander, software – che cercano di replicare l’intero range espressivo e dinamico di strumenti acustici, dato che questi rimangono semplici imitazioni di altri strumenti (per quanto realistici possano diventare utilizzando le librerie più blasonate), e spesso difficili o impossibili da replicare in sede live. I suoni di sintetizzatore, invece, possono essere resi espressivi anche con piccoli, semplici accorgimenti, fino a raggiungere possibilità espressive e dinamiche quasi illimitate con l’utilizzo di controller MIDI particolari. Vediamo come.
ESPRESSIVITÀ E DINAMICA
L’espressività di un suono e la dinamica di un brano sono due fattori spesso sottovalutati durante una fase di studio e preparazione di un pezzo, soprattutto se si è “limitati” da suoni di sintetizzatore “piatti”, con un singolo parametro che regola l’espressività (la velocity) o al massimo, per le tastiere e i controller MIDI di alto livello, da due, aggiungendo l’aftertouch, seppur difficile da controllare. Con la mano sinistra libera si può aggiungere colore alla parte suonata modificando l’altezza della nota suonata, utilizzando il pitch bend, o modificando un gruppo di parametri del suono (filtro, amp, effetti, LFO) con la modulation wheel, ma l’espressività di uno strumento acustico come ad esempio un violino o anche una semplice chitarra è spesso irraggiungibile.
L’AMP ENVELOPE
È molto più semplice che un solo o una linea melodica (o anche un pad) rimanga impresso più facilmente quando suona dinamico e non statico durante il suo intero sviluppo. E l’amp envelope, lo sviluppo del suono nel tempo, è il primo parametro da analizzare quando si studia un suono sintetizzato. Quasi tutti gli strumenti di sintesi mettono a disposizione un modello ADSR (Attack – Decay – Sustain – Release), dove il valore di Attack misura il tempo con cui il suono passa da ampiezza 0 all’ampiezza massima. Quest’ampiezza rappresenta il volume del suono percepito; pertanto, un valore elevato è adatto a pad o suoni per parti “lente”, che hanno il tempo di far apprezzare l’evoluzione del suono, mentre un valore basso è richiesto per lead o pezzi con parti rapide, fino ad arrivare a 0 per suoni percussivi o per staccati. Il Decay è il tempo necessario per passare dall’ampiezza massima di fine Attack all’ampiezza a nota tenuta, detta Sustain. Il Sustain rappresenta come il suono viene percepito dopo la sua evoluzione massima: può mantenersi sullo stesso volume (come spesso accade per pad o suoni di archi), diminuire di volume ma mantenere comunque il suono o anche decadere fino a volume zero (come succede per suoni percussivi, come per esempio i suoni di pianoforte). Infine, il Release rappresenta il tempo con cui il suono “scompare” dopo che il tasto viene rilasciato. Valori di Release elevati generano suoni con molto “eco”, che perdono volume molto lentamente e sono quindi più adatti a parti lente e legate.
FILTER ENVELOPE E LFO
Il secondo parametro più importante in un suono sintetico è il suo Filter Envelope, simile al precedente ma che va ad influenzare il timbro tramite filtri passa-basso, passa-alto o passa-banda invece che in ampiezza d’onda. Il suono può essere poi reso più espressivo assegnando parametri ulteriori a LFO, Low-Frequency Oscillator, che variano in maniera periodica nel tempo altri parametri del suono per ottenere, per esempio, effetti di vibrato o tremolo controllando pitch e volume. L’ampiezza di tali LFO è solitamente affidata alla modulation wheel, per poter controllarne l’effetto e rendere più dinamica la nostra esecuzione.
ALTRI PARAMETRI DEI SINTETIZZATORI
Ulteriori parametri possono essere assegnati ad interfacce fisiche diverse, come, per esempio, knob, faders o pedali di espressione. Solitamente, i parametri che vengono modificati più comunemente sono i parametri di filtro (frequenza di cutoff e risonanza), volume e ampiezza dei LFO. Un altro parametro importante per rendere un suono monofonico espressivo è il portamento, che genera un effetto di slide tra una nota e la successiva se suonate in maniera legata; tale parametro permette di generare dinamiche differenti suonando le note in maniera legata o staccata.
Esistono poi alcuni (rari) controller MIDI che permettono di controllare direttamente i parametri di un suono modificando la pressione sui tasti o utilizzando particolari tecniche o movimenti mentre si suona. Un paio di esempi sono il Continuum e la Seaboard, che permettono di controllare espressività e dinamica in modi completamente nuovi (cercate video con dimostrazioni, sono molto interessanti).
Spero di avervi lasciato con qualche spunto di riflessione su come migliorare le vostre esecuzioni, non vi resta che provare direttamente sul vostro sintetizzatore! Non abbiate paura di provare a modificare ogni singolo parametro e cercate di capire i suoi effetti sul suono, nonché come poterlo sfruttare durante un esecuzione assegnandolo ad un controllo fisico sulla vostra master MIDI o tastiera. Se avete pareri personali da condividere sulla questione vi invitiamo a commentare qui sotto!
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