Effettistica per chitarra: tutti i trucchi, gli amplificatori, le pedaliere digitali e analogiche.

Effettistica per chitarra: tutti i trucchi, gli amplificatori, le pedaliere digitali e analogiche.

Oggi vogliamo riportare alcuni spunti utili per trattare con successo l’effettistica per chitarra.
Alcune puntate fa abbiamo parlato delle “All Wah“, ovvero le calzature con effetto wah wah incorporato. Indossandole, e collegando la loro suola dotata di jack all’ampli, il proprietario della calzatura  – o strumento? – può trarne il caratteristico sound.
Partendo da questo interessante spunto, oggi vogliamo trattare un argomento affine, ma meno peculiare, ovvero: come gestire l’effettistica della nostra sei corde?

 

 

Un esempio di disposizione dei pedali per effettistica: solitamente gli effetti d'ambiente vanno inseriti alla fine, ma dipende dalla sonorità desiderata.

Un esempio di disposizione dei pedali per effettistica: solitamente gli effetti d’ambiente vanno inseriti alla fine della catena, ma dipende dalla sonorità desiderata.

 

 

Effettistica per chitarra: quali le soluzioni possibili

 

Quando proviamo o ci esibiamo con il nostro gruppo non è sufficiente collegare gli effetti a pedale (distorsore, chorus, delay, ecc.) in sequenza casuale. O meglio, nessuno ce lo vieta, ma è meglio rispettare alcuni accorgimenti, affinchè il risultato corrisponda al suono da noi desiderato.
Innanzitutto sono in commercio diverse soluzioni per “effettare“ il segnale del nostro strumento preferito:

 

 

  • Gli amplificatori a modelli fisici, già trattati sul nostro blog.
    Questi permettono, una volta collegata la chitarra ad un iPad o un computer, e connesso quest’ultimo ad mixer, di avere a portata di mano numerosi preset con sonorità davvero simili a quelle dei dischi dei nostri eroi. Questi effetti sono ideali quando si hanno tanti cambi di suono nel corso di una stessa esibizione: per esempio quando si accompagnano dei cantanti durante un concorso e non si vuole caricare troppa attrezzatura. Questo tipo di risorsa può essere governata tramite una pedaliera MIDI, che ci permetterà di richiamare il suono preferito con un “click“.

 

Un esempio di pedaliera digitale, con preset incorporati (e presumibilmente non modificabili).

Un esempio di pedaliera digitale, con preset incorporati (e presumibilmente non modificabili).

  • Non molto diverso è il caso delle pedaliere digitali. Queste hanno certamente il vantaggio di essere pratiche e comode; lo svantaggio è costituito dall’aspetto simulatorio, che non sempre soddisfa l’orecchio.
    Certe unità sonore (multieffetti o rack) impongono inoltre forti limiti, dal momento che è l’apparecchio stesso a “decidere“ la sequenza.Spendendo un po’ si trovano comunque soluzioni pienamente soddisfacenti, in alcuni casi sorprendenti. Alcuni nomi?Line 6 ed Eleven Rack offrono un dettaglio superiore a quello di qualunque altro processore…anche se la “botta“ sonora dell’amplificatore alle nostre spalle rimane ineguagliata.

 

  • La terza ed ultima soluzione è quella su cui vogliamo concentrarci nell’articolo di oggi.
    Si tratta della soluzione più classica, e anche – a nostro modesto avviso – quella che offre i risultati più gratificanti. Del resto ci sarà un motivo perchè i classici rimangono tali, no? Si tratta del collegamento in “cascata“ dei vecchi cari pedali analogici: la scelta di una certa disposizione dell’effettistica per chitarra deve essere eseguita con criterio, perchè può generare alcuni problemi. Vediamo in quale comodo.

 

Come ti dispongo la pedaliera

Sono in commercio pedaliere che consentono di combinare i nostri pedali, per suonare senza doverci preoccupare dell'effettistica.

Sono in commercio pedaliere che consentono di combinare i nostri pedali, per suonare senza doverci preoccupare dell’effettistica per chitarra.

 

 

L’ordine in cui gli effetti a pedale sono disposti influenzano direttamente il percorso del segnale, influenzando il nostro sound.
Facciamo un esempio: se, nella catena sonora, un reverbero viene posto prima di un flanger, non ascolteremo il segnale originario più il flanger, bensì l’effetto “reverberato“ e “flangerato“. Lo stesso vale se mettiamo un chorus prima di un reverbero, cioè aggiungeremo il reverbero al suono processato.

Trattandosi di componenti a sè stanti, i singoli pedali possono essere disposti a piacimento del musicista. Il che ci porta a considerare una duplice modalità: un uso creativo (cambiando l’ordine a seconda dell’effetto che si desidera) o un uso prettamente “random“ (con combinazioni frutto del caso) che possono offrirci sonorità interessanti, ma anche provocare un aumento del ronzio in alcuni casi.

 

La catena degli effetti

 

A meno che non si vogliano sortire sonorità particolari, quando si tratta di effettistica per chitarra di norma si consiglia di rispettare la seguente disposizione:

 

  • Inseriamo l’accordatore prima degli altri effetti (non essendo appunto l’accordatore un effetto vero e proprio);
  • Gli effetti dinamici (ovvero overdrive e distorsori) all’inizio della catena;
  • Effetti di modulazione (come il pedale del chorus) e d’ambiente subito dopo: fanno parte di quest’ultima categoria il reverbero e il delay. Questa tipologia di effetto può essere inserito “in cascata“, o ancora meglio – sempre sia presente – nell’ ingresso dedicato al loop effetti dell’amplificatore.
  • Infine il wah wah e il pedale del volume, che agiscono variando l’intensità del segnale processato (ovvero arricchito dagli effetti descritti).

 

Sono inoltre reperibili in commercio particolari controller MIDI, detti “looper“, che permettono di adottare soluzioni combinate. Con un semplice “click“ sui comandi potremo attivare un “clean + chorus“ per l’intro di “Shine on your crazy diamond“ o un “crucnch + delay + flanger“ per una sonorità liquida alla Frank Zappa. Si tratta di una semplice pedaliera con comandi a pulsante, che permette di agire selettivamente su più pedali contemporaneamente: l’ideale per avere il suono giusto, senza dover variare alcuna impostazione al momento.
I nostri pedali saranno sempre accesi e collegati in modalità “true bypass“ alla pedaliera. Il che ci permette di accedere a più combinazioni sonore senza dover combinare gli effetti all’istante, magari dovendo anche cantare contemporaneamente.
In questo modo potremo avere il giusto drive per suonare i Green Day e, per il brano successivo, modulare un’altra combinazione e lanciarci in un assolo country, con la sonorità giusta.

 

Sequenze “casuali“: alcuni risvolti positivi

 

L’aspetto combinatorio offerto dalla successione dei pedali analogici, se sapientemente utilizzato, dà accesso a sfumature sonore non offerte da molti degli altri sistemi descritti. In una pedaliera o un preset digitale infatti non è sempre possibile scorporare un effetto da un suono preimpostato, o intervenire sulla “catena“.
In conclusione, è fondamentale tenere a mente alcune regole quando si ha a che fare con i pedali, in maniera che l’inserimento di un effetto nella catena non vada ad “inficiare“ gli altri. E’ però importante provare e sperimentare, in maniera da trovare la disposizione che “suona“ meglio al nostro orecchio.
Alla prossima.

samer gaber
music.gamila@gmail.com

Musicista per passione e devozione, mi piace scoprire nuove sonorità, nuovi metodi di produzione e tutto ciò che gravita intorno a questo settore.

2 Comments
  • Cristian
    Posted at 15:53h, 25 Gennaio Rispondi

    Ragazzi ho bisogno d aiuto con una zoomg5n. Chi puo farlo?

  • Franco Galimberti
    Posted at 22:43h, 16 Febbraio Rispondi

    Ciao Cristian,
    io ho comperato questa pedaliera e mi trovo benissimo, qual’è il problema? mi puoi anche chiamare al 0041’79’682’66’66.
    Se hai bisogno posso aiutarti
    Franco

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