
06 Apr Noah Guitars: il futuro della chitarra è l’alluminio
Noah Guitars: una piccola azienda lombarda che ha saputo farsi spazio tra le tante realtà del mercato musicale, con una proposta fuori dal comune.
Una realtà nata alcuni anni fa da un gruppo di amici. Insieme hanno ripensato un grande classico delle sei corde: una Fender “Telecaster“, ma con il body in alluminio anzichè in legno.
La loro è di certo una scelta che sfida le tradizioni della liuteria e i luoghi comuni radicati tra i musicisti. La comunità musicale, in particolare quella chitarristica, è assai conservatrice e restìa ad abbandonare il caro e vecchio legno.

Le Noah Guitars, ideate da liutai ed architetti italiani, sono realizzate in alluminio, dopo un attento progetto di design con autocad.
Un po’ Telecaster un po’ laptop
La storia delle chitarre Noah inizia nel 1993, quando Renato Ruatti accoglie l’idea dell’amico Giovanni Melis di realizzare una chitarra in metallo.
Uno strumento nato dalla fusione di due grandi classici delle seicorde: la Fender Telecaster e la National Style “O”. Una volta definita l’idea, la sfida: trarre dal freddo, gelido e anonimo metallo le possibilità timbriche che fino ad allora solo il legno era in grado di restituire.
Questa scelta controtendenza è motivata da molteplici ragioni. La prima va ricercata dalla difficoltà nel reperire dei buoni legni, da anni sempre più costosi e rari. La seconda risiede nella volontà di esplorare nuove soluzioni, scoprendo materiali in grado di restituire le stesse caratteristiche del legno.
Dopo tanti tentativi ed altrettanti prototipi, i tecnici di Noah Guitars hanno scoperto che l’alluminio è in grado di offrire una resa timbrica simile a quella del legno, senza trascurare un elevato grado di duttilità. L’alluminio è tanto resistente quando flessibile, prestandosi ottimamente al design che contraddistingue questi eleganti trumenti.
Gli antenati delle Noah Guitars

Le mitiche chitarre Danelectro possono essere considerate antenate delle Noah, se non altro nel pensiero avanguardistico che risiede nell’uso di materiali inconsueti.
L’idea di ricorrere a materiali alternativi al legno per la costruzione di chitarre elettriche non è completamente tutto nuova.
Le famose chitarre dobro e le steel guitars ne sono dei validi esempi. Queste sfruttano la risonanza del metallo e sono particolarmente indicate per lo stile slide. Non ne avete mai vista una?Avrete senz’altro visto la copertina del disco “Brothers in arms“ dei Dire Straits. Ecco.
Anche il celebre marchio Fender in tempi non sospetti aveva lanciato una chitarra in alluminio, seppur con un procedimento costruttivo assai diverso.
Non dimentichiamoci della mitica Danelectro. Questa azienda si distinse per la costruzione di chitarre inconsuete, adottate da molti grandi tra cui Jimmy Page. Basti citare il corpo in grafite e il suo storico pickup (ovvero il magnete piezoelettrico), alloggiato in un comunissimo…tubetto da rossetto.
Un brevetto tutto italiano
L’idea dei progettisti di Noah Guitars fu quella di realizzare una chitarra che, pur “tradendo“ il classico legno, mantenesse intatti il calore, il feeling e la suonabilità dello strumento.
Dopo numerose ricerche e sperimentazioni si arriva al primo prototipo. Un body ricavato da una lastra di alluminio fresato, senza saldature.
Fin dai primi esemplari, questi strumenti spiccano per il profondo processo tecnologico che ne marchia la produzione.
Il ruolo dell’artigiano viene ridiscusso, implementato dall’uso di macchine a controllo numerico. Un esempio su tutti lo scavo del “body“, ricavato da un unico blocco in alluminio, mediante tecniche di progettazione CAD.
Per la fresatura a controllo numerico viene adottata la tecnica CAM. L’assemblaggio, il montaggio dei potenziometri e le finiture sono realizzati interamente a mano.
Un po’ di storia
Il fondatore di Noah Guitars, Renato Ruatti, nasce nella splendida Val di Non.
Laureatosi in Architettura presso il Politecnico di Milano, Renato è oggi un apprezzato professionista con un’inesausta passione per la musica e la liuteria.
Durante gli anni degli studi conosce l’attuale socio Gianni Melis. Insieme danno contorni ad un’idea comune ed ambiziosa: realizzare una chitarra elettrica in metallo. Ma ancora di più ricavare dal metallo una voce elettrica classica, valorizzata da un design puro ed essenziale.
Nel 1995 i due conoscono Mauro Moia, un tecnico che da sempre lavora con l’alluminio. La sua presenza nel team permette di affrontare il salto fondamentale verso la realizzazione dei prototipi Noah.

Le Noah Guitars abbandonano il legno senza per questo perdere il calore e il feeling propri del modello Telecaster.
Un anno dopo nasce il primo strumento, l’“Ammiraglia“, che quella stessa sera finisce su un palco.
Dopo poco arrivano i primi riscontri entusiastici dei musicisti. I loro pareri, consigli e desideri concorrono al miglioramento dello strumento e della sua voce.
Nel 2016 l’officina apre le sue porte a Marco Pancaldi, un professionista che porta con sé orecchio e testa del musicista uniti ad una profonda conoscenza tecnica degli strumenti. La collaborazione con Pancali porta alla realizzazione della linea NU-NOAH.
Chi sceglie le Noah Guitars?
Questi esclusivi strumenti sono oggetto di una produzione costante ma contenuta. Per l’esattezza parliamo di alcune decine di pezzi all’anno.
La ditta italiana vanta un pacchetto clienti davvero d’eccezione. Alcuni nomi?Tenetevi forte. Ben Harper, Lou Reed, Sting e Bruce Springsteen, giusto per nominarne alcuni. In Italia anche il “nostro“ Saturnino ha scelto Noah Guitars per i propri bassi custom.
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