
17 Mag Soundreef: un caso che ci fa riflettere sul monopolio Siae
Soundreef è una startup nata a tutela dei contenuti musicali sul territorio internazionale: una realtà pensata per offrire non solo tutela alla musica indipendente, ma anche un proprio panorama di diffusione.
Non è certo il primo portale che fa propria una strategia di “market place“ musicale; sono diverse le realtà italiane che operano in tale direzione: basti pensare a Bantamu e noi stessi di Gigfound, ognuno in maniera diversa.
La particolarità di Soundreef è che non solo si propone come una piattaforma di scambio tra gli artisti, ma offre una diversa direzione nella tutelare della musica.
Questo rischia di mettere in seria discussione il ruolo della “vecchia“ Siae (Società Italiana Autori ed Editori), che finora ha rivestito una posizione, è il caso di ammetterlo, di assoluto monopolio.
A cementare questo primato da parte della Siae vi è l’atteggiamento solidale del Ministro della Cultura, Franceschini, che ne ribadisce il ruolo cruciale nelle funzioni di tutela editoriale e musicale.
Purtroppo noi, che siamo giovani e suoniamo nei pub, di questo organo storico purtroppo vediamo quasi solo i contro: quello della Siae è un meccanismo pachidermico, che necessita di un forte cambiamento nell’efficienza, nelle tempistiche, e soprattutto come nella tutela dei musicisti “minori“.
Realtà come Soundreef offrono concretamente la possibilità di ottenere uguali servizi, senza però pagare alcuna tassa annuale, e soprattutto garantendo la riscossione del diritto d’autore entro tempi definiti e certi. 
Le modalità di tutela e pagamento della Siae
Se siete autori di musica o parolieri, e mettiamo un vostro brano passi in rotazione mediante radio o televisione, il pagamento del diritto d’autore mediato dalla Siae avviene entro tempistiche piuttosto dilatate. In alcuni casi diciamo pure giurassiche.
La Siae corrisponde infatti semestralmente – sic – il pagamento delle “royalties“ ai propri iscritti, e tante sue procedure risultano farraginose, per non dire inaccessibili. 
La sua posizione è sì tutelante nei riguardi degli associati, ma tavolta vincolante: non potrete depositare un brano altrove, così come non è contemplata la possibilità di non depositare un brano. 
Una volta associati a Siae, le vostre opere devono essere vincolate a loro, senza eccezioni. 
Soundreef non pone vincoli ed assicura pagamenti – per la musica eseguita live, venduta nei negozi o trasmessa via radio – mediante tempistiche chiare; potrete rivolgervi al suo portale sia per la tutela del vostro disco, come per emettere un borderò per una serata live.
Soundreef paga secondo un criterio – chiaro e comprensibile dagli utenti – autori, editori ed etichette: ciò permette di scegliere sempre contenuti migliori, garantendo un elevato target qualitativo.

Soundreef si impegna a diffondere la vostra musica sul territorio, asicurandovi guadagni in tempi definiti.
L’offerta ideata da Soundreef
Dimentichiamoci quindi i cavilli e le tante procedure burocratiche che da sempre caraterizzano il gigante Siae: niente più sportellistica, modulistica e tutto ciò che finisce con “istica“.
L’idea di Soundreef fa la differenza perchè non adotta procedure complesse, ma apre ad un concetto di accessibilità: conosce il linguaggio, le modalità e le tecnologie da voi utilizzate, e le veicola per trasmettere le opere musicali ai vostri clienti.
Soundreef opera su un duplice binario: protegge le vostre idee e vi offre un pubblico, cosa praticamente mai avvenuta prima per una società dedicata al diritto d’autore.
Inoltre la vostra musica non viene solo depositata, ma accuratamente catalogata: lo staff esegue una preselezione, eliminando i brani non corrispondenti ad un certo criterio di qualità.
Questa un’altra differenza con Siae, il cui catalogo contiene qualunque contenuto artistico voi scegliate di depositare, rendendo il suo catalogo musicale ricco quanto affollatto.
L’offerta di Soundreef si articola dunque in tre punti:
- “Soundreef Live“ è il servizio di gestione per la riscossione dei diritti per le vostre serate: permette di percepire i vostri guadagni (online!) entro 7 giorni dal concerto, il pagamento entro 90.
Scegliendo questa modalità potrete registrare i vostri brani gratuitamente e compilare online il borderò digitale: il sito emetterà il permesso per l’organizzatore del concerto, che vi pagherà direttamente. - Soundreef amplia i servizi offerti ai propri utenti integrando la gestione delle royalty con i servizi di tutela dal plagio.
Nasce dunque “Safe Creative“, ovvero il fronte dedicato alla tutela della vostra opera.
Il criterio adottato da Soundreef per la tutela della vostra opera è fondato sulle regole della Convenzione di Berna: nel momento in cui il contenuto viene salvato nei server – unitamente al certificato di paternità dell’autore – si attesta che l’opera è stata creata prima di chiunque altro.
Per cui dimentichiamoci di moduli 112, polverosi bollettini, bizantinismi (e sprechi di carta) : salvataggio online del vostro brano e stop. - C’è di più: Soundreef opera come una vera ed efficiente agenzia di broadcasting.
Avete capito bene: i vostri brani non solo saranno protetti da eventuale plagio ma potranno essere utilizzati come sottofondo per i media: come radio, spot commerciali e mezzi televisivi.
La modalità “Soundreef In-store“ permette quindi di guadagnare quando la musica della vostra band viene utilizzata come sottofondo presso esercizi commerciali: il sistema è ideato secondo una logica trasparente, che permette agli utenti di visionare i luoghi e il numero di volte in cui è stata trasmessa la loro musica.
Inutile dire che tutto questo avviene senza la mediazione della SIAE.
Alcuni antecedenti al caso Soundreef
In tema di diritto d’autore, prima che si affermasse Soundreef, vogliamo ricordare il ruolo di Creative Commons.
Anche questa realtà permette il deposito e la tutela autoriale di un contenuto frutto dell’ingegno di un artista.
Le licenze sono applicabili a qualunque contenuto di natura intellettuale, come il lavoro di un giornalista, una sceneggiatura o un’opera letteraria.
Il portale offre sei diverse articolazioni del diritto d’autore, rispondendosi alle più diversificate esigenze: sono infatti disponibili licenze di attribuzione a scopi commerciali, come soluzioni che permettono il riutilizzo e la modifica della vostra opera, senza scopo di lucro.

Creative Commons è una piattaforma che consente di tutelare la vostra opera – sia un brano, un articolo o una fotografia, con licenze personalizzate per garantirne il riutilizzo tutelato.
La fine del monopolio Siae?
Soundreef – manco a dirlo – sta riscontrando molte difficoltà ad operare sul nostro territorio: la startup esercita sì in Italia, ma grazie all’intercessione della sua società superiore inglese.
A fronte di questo fatto, ben 300 tra imprenditori e investitori italiani nel campo del digitale hanno inviato una lettera aperta all’attenzione del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, e in copia a Dario Franceschini, Ministro della Cultura, incalzandoli a prendere una chiara posizione in merito alla mancanza di alternative riconosciute alla Siae.
La richiesta incoraggia la messa in vigore delle direttive europee in materia di diritto d’autore: essa impone di offrire agli artisti piena facoltà di scelta sulla società cui delegare la gestione dei propri diritti.
Ad oggi, in Italia, la Siae è l’unico ente riconosciuto dallo Stato per la gestione del diritto d’autore: una posizione di monopolio ed univocità non esistente in altri Paesi, dove tra l’altro i servizi per gli associati si rivelano più vincenti sotto molti aspetti.
L’innovazione, la semplicità d’uso e il risparmio economico di Soundreef fanno dunque scricchiolare lo strapotere della Siae: un cambiamento è già visibile, anche se da lontano.
Fonti: http://www.soundreef.com/it/
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