
18 Ott Software musicali: come scegliere quello giusto e quale acquistare
Software musicali: come scegliere quello più adatto alle nostre esigenze creative? Quando si parla di home recording spesso il budget misurato può portarci a ripiegare sull’offerta immediatamente disponibile.
Il software “downloadato“ che ci passa l’amico fonico, il programma economico, o ancora la licenza trovata in rete.
La scelta del sequencer musicale non è dunque impresa semplice. Si trovano infatti in commercio tanti programmi diversi – più o meno professionali – e spesso, presi dall’entusiasmo di fare musica, non sappiamo scegliere. Prima di compiere passi affrettati, è dunque importante capire quali siano le nostre reali esigenze e, sulla base di questo, scegliere il programma musicale giusto.

Scegliere tra i tanti software musicali in commercio non è un affare semplice. Anche gli acquisti per il nostro home studio sono una faccenda seria!
Quanto alla scelta lo sconfinato settore dell’home recording propone davvero una miriade di soluzioni. Tra i programmi più diffusi segnaliamo gli arcinoti ProTools e Logic, ma anche Cubase ed Ableton Live. Non mancano proposte meno blasonate ma altrettanto efficaci, come Sonar ed FL Studio.
La scelta del sequencer più adatto
Anzitutto fughiamo qualsiasi dubbio: non esiste il sequencer migliore in assoluto. Ognuno svilupperà maggior familiarità con uno specifico sequencer, sul quale costruirà la propria passione, la propria professione.
Se la vostra esigenza è quella di un software semplice e pratico, le funzioni più o meno si equivalgono tutte. È importante rimarcare che il buon producer è in grado di creare una bella traccia anche con il più sconosciuto dei programmi.
Se invece la scelta è dettata da specifiche esigenze professionali, un fonico potrà trovarsi a proprio agio con Sonar o ProTools, mentre un arrangiatore facilmente sceglierà Cubase o Logic.
Repetita iuvant: alcuni software musicali hanno una propria scheda audio “nativa“. In altre parole o vi comprate quella scelta dalla casa produttrice o niente; ad esempio ProTools ha, da sempre, la propria MBox.
Di seguito riportiamo alcuni dei software musicali più utilizzati. A voi la scelta di quello più indicato per le vostre esigenze creative; buona lettura!
Logic: dedicato ai “mac-isti“
Logic è senz’altro di uno dei sequencer con il miglior rapporto qualità/prezzo: uno strumento versatile non solo per registrare nel nostro studio casalingo, ma anche per sviluppare da zero i nostri arrangiamenti musicali.
Pro: un’accurata configurazione di setup audio/MIDI, permettendo di gestire risultati talvolta molto complessi; negli aggiornamenti più recenti non mancano plugin decisamente buoni.
Contro: dopo essere stato fagocitato dalla Apple, oggi Logic non è compatibile con i PC. Per cui se non siete proprietari di un sistema operativo Apple questo software non fa al caso vostro, sorry.
La celebrità tra i software musicali: ProTools
ProTools rappresenta uno degli standard assoluti nelle sale d’incisione. È uno dei software più utilizzati non solo per la sua compatibilità con vari sistemi, ma soprattutto perché possiede potenti strumenti di editing, a differenza di Logic.
ProTools vanta infatti quattro modalità (“shuffle“, “grid“, “slip“, “spot“), che consentono di tagliare e riposizionare i vostri file audio con incredibile agilità. Ad esempio è possibile mettere a tempo un’intera esecuzione di batteria su un dato click: basta definire una griglia in bpm. Comodo, eh? Se invece volete creare basi Midi scrivendo in notazione musicale, forse ProTools non è indicato.
Il classico dei classici: Cubase
Tra i numerosi software musicali in commercio, il vecchio caro Cubase della Steinberg è uno dei più diffusi. Si tratta di un software “old school“: è prettamente mirato alla produzione in studio ed è perfetto per la creazione di basi musicali, registrazioni, missaggi.
Tra i – pochi – aspetti negativi, Cubase non vanta un pacchetto di virtual instruments integrati davvero degno di nota.

Cubase della Steinberg rappresenta una delle scelte più frequenti, sia tra i produttori professionisti che tra i fonici “home made“.
FL Studio
Non è altro che l’evoluzione dell’oramai attempato Fruity Loop. Per farvi un’idea basti sapere che il sottoscritto ne acquistò una copia nel lontano anno 1999.
FL Studio mantiene l’impronta elettronica, anche se ovviamente può essere sfruttato per molti altri generi. Rispetto agli altri sequencer la gestione dei suoni è originale, grazie alla sua configurazione a blocchi.
Il “pro“ è rappresentato da un’ottima politica commerciale: una volta acquistato il software l’utente si sarà assicurato tutti i futuri aggiornamenti.
Contro: alcuni dei plugin più interessanti sono venduti a parte. Ahio. Se si desidera quindi una versione completa di FL Studio il prezzo può lievitare fino a 700 dollari.
Ableton Live: il software per i DJ
Ableton Live è un altro classico tra i tanti software musicali in commercio. Ableton Live non permette infatti solo di incidere, ma consente di modificare il modo in cui gli strumenti interagiscono, creando nuovi sonorità.
Grazie alla sua struttura questo programma permette infatti di sviluppare ed arrangiare una canzone in tempo reale. Chiaramente parliamo di un concetto di arrangiamento a portata di DJ: diciamo che Ableton Live non è Sibelius o Finale, insomma non il software più indicato per orchestrare musica per banda o scrivere musica da film.
Se volete saperne di più sul mondo dei software musicali, vi invitiamo a dare un’occhiata all’articolo introduttivo già redatto da noi di GigFound.
Alla prossima!
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