Pianoforti digitali: modelli a confronto

Pianoforti digitali: modelli a confronto

Pianoforti digitali: la soluzione più adottata da chi desidera la sensazione del tasto in avorio…a portata di appartamento.

Qualche tempo fa abbiamo affrontato due tematiche di grande interesse per pianisti e tastieristi. La prima è quella del trattamento acustico di uno spazio che si trovi ad accogliere un pianoforte. Il secondo tema è un articolo monografico dedicato al colosso Roland, autentico pilastro della musica digitale. E proprio Roland è uno dei nomi di rilievo nel merito che andiamo ad affrontare oggi.

I moderni pianoforti digitali offrono prestazioni elevate per coloro che desiderano suonare in appartamento.

I moderni pianoforti digitali offrono prestazioni elevate per coloro che desiderano suonare in appartamento.

Il pianoforte digitale: amore e odio

Il pianoforte digitale è bersaglio di opinioni assai contrastanti. Si tratta di uno strumento nato per soddisfare le esigenze pratiche di chi desidera suonare a qualsiasi ora del giorno – o della notte – . Chiaramente è una soluzione di compromesso: sarebbe come paragonare la chitarra elettrica all’acustica. E’ però vero che, nel caso dei pianoforti, negli ultimi anni sono state introdotte tecniche di costruzioni che lo rendono simile al suo parente acustico.
I pianisti classici tendenzialmente disprezzano questa tipologia di sturmento, per motivi non del tutto infondati. A meno che non si scelga un digitale top di gamma, come l’N1 della Yamaha, il piano digitale non possiede la stessa meccanica dell’acustico. Per questo il tocco spesso risulta artificioso, sfuggente.

Pur non raggiungendo i pianoforti acusticinelle prestazioni, i digitali rappresentano la soluzione per esercitarsi senza infastidire i vicini confinanti.

Pur non raggiungendo i pianoforti acusticinelle prestazioni, i digitali rappresentano la soluzione per esercitarsi senza infastidire i vicini confinanti.

Nel pianoforte vero il timbro nasce dalla percussione delle corde da parte dei martelletti, azionati dai tasti. Inoltre, il tasto possiede un meccanismo detto a “doppio scappamento“. Esso consiste nel fatto che il martelletto, colpita la corda, non ricade giù del tutto. Lo possiamo percepire schiacciando lentamente un qualsiasi tasto: a metà corsa avvertiamo una resistenza. Nei pianoforti digitali questo viene emulato a livello strutturale, ma non sollecita ovviamente alcuna corda. La tastiera potrà offrici gradevoli sensazioni tattili, ma il suono sarà ovviamente campionato.
Altro punto a sfavore: un buon pianoforte è destinato a durare decine di anni e a rivalutarsi anche dopo 50 anni. I pianoforti digitali sono invece destinati al disvalore non appena uscita la versione all’ultimo grido, esattamente come accade per i software e i cellulari. Teniamo dunque conto di questi aspetti mentre scegliamo.

Pianoforti digitali: come scegliere?

Una soluzione ideale sarebbe quella di avere un pianoforte vero per suonare di giorno e un digitale per le ore serali. Realisticamente, possiamo guardare cosa offre il mercato, con un occhio agli strumenti di fascia alta.
Evitiamo di far ricadere la scelta su tastiere economiche, che non hanno nessuna relazione con il vero pianoforte.
Un buon pianoforte digitale – dotato di tasto in legno e meccanica pesata – costa intorno ai 1500/2000 euro. Quindi, pur tenendo presente che i due non potranno mai equivalersi, vi segnaliamo alcune soluzioni che a nostro avviso rappresentano un buon compromesso.
Per andare sul sicuro affidiamoci ai “grandi classici“, ovvero: Yamaha, Kawai, Roland e Casio.

I modelli più gettonati

Yamaha ha da poco lanciato la serie Clavinova, che offre la sensazione del tasto di un pianoforte gran coda. La sua meccanica prevede tasti in legno con copritasto in avorio sintetico – gli animalisti apprezzeranno – ed un campionamento eccellente, affidato alle sonorità di un Bosendorfer. Questi pianoforti digitali includono ingressi Midi, uscita cuffie e un repertorio di basi su cui registrare le proprie performance.
Il prezzo del modello CLP 545 si colloca sui 1900 euro accessori inclusi (leggìo e sgabello). Vi consigliamo di provare anche il modello top, il CLP 585. Questo offre un “playng“ simile a quello di un piano vero ed un repetorio di suoni vasto ed aggiornato.

La seconda proposta che segnaliamo è il C67 di Kawai . Si tratta di un digitale qualche gradino sopra il CLP 545 della Yamaha. Questo strumento prevede tasti leggermente più lunghi e dunque – nelle intenzioni – più simili a quelli di un pianoforte gran coda.

La casa produttrice Kawai propone pianoforti digitali di alta gamma, con campionamenti ultra moderni.

La casa produttrice Kawai propone pianoforti digitali di alta gamma, con campionamenti ultra moderni.

La nuova meccanica “Grand Feel II“ sfrutta tasti in vero legno ed offre una realistica copia del meccanismo a doppio scappamento, con un sistema di rilevazione a triplo sensore. Il Kawai C67 offre inoltre diverse opzioni per quanto riguarda il campionamento del suono. La sua libreria digitale ci dà infatti la possibilità di selezionare il suono di un gran coda SK-EX o un di un mezza coda SK-5, entrambi pregevoli pianoforti.
Ma non finisce qui. Questo modello prevede un design modificato dei martelli, così da ottimizzare il carico dinamico di ogni tasto. I contrappesi, graduati dai bassi agli acuti, garantiscono una sensazione tattile omogenea in tutta la tastiera. Il prezzo per tutto ciò?Intorno ai 2300 euro.

Grandi prestazioni, certo. Rimane però il fatto che nel pianoforte acustico il suono esce dalla cassa armonica dello strumento, mentre nel digitale l’emissione è affidata a sterili altoparlati. A onor del vero vanno riportati due grandi “pro“ legati alla scelta di uno strumento digitale. Zero problemi per il trasporto e nessuna necessità di accordatura periodica.

Conclusioni e valutazioni

Anche se le moderne tecniche di costruzione lo rendono sempre più simile al pianoforte acustico, il digitale risulterà un emulo dell’originale.
Anche l’organo, in passato, nasceva per riprodurre l’orchestra, senza però la pretesa di somigliarvi. Oggi è uno strumento musicale con una propria voce ed un suo carattere. Così forse dovrebbe essere per l’equivalente digitale del pianoforte.
Pensiamo se, alla nascita del fortepiano, questo avesse dovuto emulare il clavicembalo nel timbro e nella tecnica. Oggi forse non conosceremmo il pianoforte moderno e autori come Mozart, Liszt, Chopin.

Cosa vi consigliamo?Recatevi in un negozio di strumenti musicali e provate, provate, provate. Pur essendo quella del pianista – come quella del batterista – un’esistenza di compromessi, questi “emuli“ del pianoforte potrebbero dare delle soddisfazioni.

Luca Figliuoli
info@gigfound.com
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