
22 Nov Mixer: le apparecchiature analogiche e digitali
Mixer: uno strumento di cruciale importanza in una sala di registrazione come nel contesto live.
Nelle scorse puntate del nostro blo abbiamo affrontato le diverse tematiche legate alla produzione musicale. Ora è giunto il momento di esplorare il funzionamento di questo macchinario.

Mixer audio: un’attrezzatura la cui presenza è assolutamente fondamentale in sede live e studio.
Non è nostra intenzione stilare un elenco dei marchi o dei modelli. La proposta è assolutamente sterminata, e sarebbe futile fare una “top five“ dei mixer migliori.
Possiamo infatti trovare banchi economici con un ridotto numero di canali audio, fino a macchinari con costi da capogiro. Inoltre la rete è piena di recensioni fatte da fonici più che esperti: è dunque sufficiente spulciare Internet per formulare le necessarie valutazioni.
Se dunque non siete intenzionati all’acquisto di un feticcio da migliaia di euro, ma siete interessati a capire il funzionamento di un mixer preservando il portafogli, questa lettura fa al caso vostro.
Mixer: struttura, ingressi ed uscite
Seppur reperibili in tante tipologie e modelli, tutti i mixer in commercio rispettano una costruzione comune.
Se osserviamo un qualunque mixer, procedendo dall’alto verso il basso, troviamo una serie di entrate ed uscite:
- Connettori XLR. Sono ingressi microfonici posti sul retro del macchinario; essi corrispondono ad ogni canale.
Nel caso dei mixer meno professionali gli XLR sono posti in alto, anzichè sul retro. - Sopra le entrate microfoniche si trovano i connettori TSR, per il volgo sono gli “ingressi jack“. Sono ingressi non bilanciati, dedicati a chitarre, bassi e tastiere digitali.
- Ingressi ed uscite Pin Jack RCA. Questi permettono di collegare il nostro banco a piattaforme esterne quali lettori CD, registratori ed I-Pad. Permettono di gestire brani o basi musicali da periferiche esterne.
- Master Out. Sono uscite formato XLR e TSR, mediante le quali vengono solitamente connessi gli speaker.
- Direct Out. Come i jack, è un’uscita in TSR. Non è presente in tutti i mixer: quelli a buon mercato solitamente ne sono privi.
- Troviamo infine un’uscita destinata agli ascolti in cuffia. E’ utile al fonico per aggiustare i livelli prima di un live.
Anatomia di un mixer
Finora abbiamo parlato di ingressi ed uscite (“In“ ed “Out“). Sono apparati che permettono di far transitare un segnale nel mixer.
Ma quale percorso compie il segnale all’interno della macchina?Vediamo.
Guardando il mixer dal basso verso l’alto individuiamo subito la sezione fader. Si tratta di controlli mediante i quali incrementiamo o diminuiamo il volume per ogni strumento musicale.
- A destra abbiamo il Master fader. E’ la mandata che gestisce il volume generale.
A sinistra troviamo invece i singoli fader. Sono controlli che permettono di variare il volume di uno specifico strumento. - Immediatamente sopra ogni singolo canale troviamo i controlli di assegnazione. Con questi possiamo variare, isolando o interrompendo, il percorso del segnale relativo ad ogni canale. Questi agiscono nelle seguenti modalità:
- Il pulsante Mute permette di azzerare uno specifico strumento. Situazione tipo: abbiamo concluso il nostro soundcheck nel locale e ci prepariamo alla serata. Anzichè toccare nuovamente i livelli, attiviamo il mute in tutti i canali, in attesa di iniziare.
- Solo. Questo pulsante offre l’ascolto di un singolo strumento, anzichè azzerare gli altri.
- PFL, ovvero “Pre Fader Level“. Disabilita il livello del fader corrispondente, generando la massima pressione sonora che il microfono è in grado di sostenere.
- Salendo ancora troviamo il controllo rotativo del panpot. Questo permette di orientare il segnale nel panorama stereofonico.
- Sezione dei ritorni macchina. Servono a collegare effetti e banchi esterni al nostro mixer.
- Le mandate ausiliarie, volgarmente dette “aux“, permettono di dosare le spie e le mandate effetti.
Vengono usate ad esempio per gestire il reverbero. Anzichè metterlo in tutti gli “insert“, si sfrutta una traccia ausiliaria e si dosa l’effetto dai singoli canali. - Saliamo ancora e troviamo l’equalizzazione. L’abbiamo già incontrato: lavora sullo spettro sonoro, filtrando le frequenze.
- Alla sommità troviamo infine il potenziometro del gain e i selettori per le direct out.
Il primo armonizza il lavoro del fader, gestendo la dinamica e il livello del segnale. Le direct out invece gestiscono le mandate di segnale.Il “lato B“ di un mixer analogico. Sia che la vostra apparecchiatura digitale o analogica, è fondamentale comprendere il percorso del segnale, così da districarsi in qualunque situazione.
Analogico vs. digitale
Si tratta di due piattaforme completamente diverse, pur fungendo allo stesso scopo.
- Mixer analogico, ovvero la tipologia della cui struttura abbiamo finora parlato. E’ la tipologia più diffusa e dall’utilizzo forse più intuitivo.
- Il mixer digitale ha una struttura “a banchi“. I suoi pulsanti digitali consentono di shiftare i gruppi di tracce.
Per cui facciamo attenzione ad un aspetto fondamentale: il fader che stiamo muovendo potrebbe non corrispondere alla funzione desiderata. Uno stesso “knob“ (vabbè, “manopola“, in italiano) può infatti essere abilitata per molteplici funzioni. E’ necessario farci un po’ la mano. Nel digitale il funzionamento è profondamente diverso da quello di una piattaforma analogica.
Nelle prossime puntate…

Le apparecchiature digitali hanno specifiche più complesse e fondamentalmente rispetto ai classici mixer analogici.
In questo articolo abbiamo riassunto per voi la struttura di questo macchinario audio.
Dalla prossima settimana entreremo nello specifico, analizzando più a fondo le potenzialità del mixer. Trateremo le tipologie di collegamento, chiarendo concetti quali insert, mandate e canali ausiliari.
Alla prossima e grazie della lettura!
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