31 Dic “L’orchestra in una stanza“, segreti e linguaggi della composizione digitale.
All’indomani dei linguaggi legati all’improvvisazione, della musica estemporanea e dei disc jockey, l’espressione “comporre musica“ assume sempre più varie chiavi di lettura.
Comporre musica è oggi un’arte verso la quale convergono nozioni di armonia e sempre più importanti abilità informatiche.
Per realizzare un progetto musicale oggi non è più sufficiente conoscere l’armonia e uno strumento, ma è decisiva la conoscenza di tecniche di registrazione e linguaggi di programmazione. Avere padronanza dei linguaggi informatici al servizio della seconda arte si rivela oggi più che mai cruciale.
La composizione oggi
L’idea di realizzare un progetto musicale interamente al computer può sembrare artificioso e sterile, lontano da un legame appassionato con un pianoforte o un violino.
Va detto che il musicista moderno impersona ruoli fino a poche decine di anni fa rigorosamente distinti: se nel 1960 Benard Hermann scriveva le musiche di “Psycho“ di Hitchcock armato di soli carta e penna, oggi compositori del calibro di Hans Zimmer o Trent Reznor realizzano complessi provini con synth e orchestre digitali, prima di recarsi in sala di registrazione.
Per cui, a meno che non siate inguaribili puristi della musica barocca, sappiate oggi pochi lavorano armati di pentagramma cartaceo e pianoforte, ma sempre più spesso si affidano al supporto di partiture e strumenti virtuali, in grado di restituire apprezzabili risultati sonori.
Questo nasce certo dal sempre più presente ruolo giocato dalla tecnologia, ma anche dalle mutate accezioni del termine “‘comporre“.
Se un secolo fa questa parola riconduceva al profilo dell’artista solitario e burbero, sommerso da pentagrammi e contrappunti, oggi equivale a realizzare musica con strategie assai mutate.
Scrivere musica oggi significa infatti sedersi al pianoforte e realizzare una romanza, ma anche sviluppare un’idea partendo da semplici e divertenti loop musicali, o ancora sviluppare un’intera idea contrappuntistica al computer!
Alcuni nomi
Il software di notazione (tra i più diffusi citiamo Finale e Sibelius) dialoga con il programma musicale da voi scelto; ce n’è un esteso repertorio, sia per PC sia per i “Mac – visti“ più irriducibili:
• Cubase
• Sonar
• Logic
• Digital Performer
• ProTools
Questi software permettono di registrare, ma soprattutto tradurre la vostra partitura musicale nel linguaggio Midi.
Il digitale: presente e futuro della composizione
Non sapete leggere la musica? Il solfeggio rappresenta la vostra bestia nera?
Anche questo costituisce un problema facilmente aggirabile.
Ogni interfaccia Midi è in grado di tradurre l’evento sonoro sia in partitura che in una mappa sonora, che vi permetterà di intervenire con modifiche a colpo d’occhio; ragion per cui, pur non sapendo interpretare le altezze dei suoni, sarete in grado di realizzare il vostro brano.
Un computer e un’idea
Basta dunque dotarsi di una tastiera dotata di interfaccia e di un computer equipaggiato con un programma di registrazione: siamo pronti a dare vita ad un brano orchestrale, o un sottofondo per un documentario, se preferite.
Gli strumenti specifici dedicati a queste creazioni verranno approfonditi in seguito, sempre in questa sede.
Per ora ci basti sapere che una semplice tastiera “muta“ ed una libreria di suoni installata sul nostro computer possono assicurare risultati assolutamente pregevoli, sia in termini di dettaglio sonoro che di verosimiglianza con gli strumenti reali.
Il pregio musicale….quello sta noi incorporarlo nella nostra creazione.
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