
08 Nov Mastering: come finalizzare una produzione musicale
Mastering musicale: oggi affrontiamo alcune soluzioni legate agli “atti finali“ di un’incisione musicale.
Nelle scorse puntate del nostro blog abbiamo parlato delle problematiche legate alla produzione: dal trattamento acustico di uno spazio fino ai software musicali più in voga sul mercato. Abbiamo affrontato più volte come sonorizzare uno spazio, confrontando alcuni programmi audio, non senza trattare i vari Virtual Instruments e le diverse tipologie di microfoni in commercio.

Dopo esserci occupati della registrazione e del missaggio, è necessario ottimizzare il risultato globale mediante il mastering.
Abbiamo insomma messo sul piatto tutti gli elementi per districarci nel frastagliato mondo dell’audio amatoriale, analizzando gli strumenti fondamentali per uno studio. Soprattutto abbiamo segnalato, con gaudio di molti lettori, le soluzioni con i prezzi più umani.
Possiamo quindi dire di conoscere tuto ciò che c’è da sapere?Beh, non esattamente.
La creazione di un brano non passa solo dall’esecuzione e la registrazione, ma necessita di una lavorazione che permetta di ottimizzare i livelli, perfezionando la qualità generale del suono. Questo momento prende il nome di finalizzazione ed è strutturata in due passaggi:
- Il missaggio: ovvero il modo mediante cui gli strumenti vengono miscelati tra loro.
- Il mastering. E’ la fase ultima e decisiva di una produzione: è il processo mediante cui il missaggio viene ottimizzato.
Ci siamo procurati attrezzature da paura…e adesso?
Microfoni?Acquistati. Lana di roccia?Trovata. Computer all’ultimo grido: comperato. E adesso?
Abbiamo tutto l’occorrente per registrare la nostra band e realizzare un provino come si deve. Manca qualcosa però. E’ qui che entrano in gioco i macchinari e i software per finalizzare il segnale audio.
Non si tratta solo di aggiungere eventuali effetti, ma di intervenire sulla dinamica e le armoniche, allo scopo di rendere ancora più incisivo il risultato finale.
Il mondo esoterico del mastering, ovvero: cosa succede negli stadi finali di una produzione?
Una volta registrate le singole tracce, non basta bilanciarle mediante un buon mix. Un risultato felice passa, anche e soprattutto, da un buon mastering.

Un esempio di compressore digitale. Il compressore ci permette di livellare la dinamica media di una traccia o un intervento musicale.
E’ anche vero il contrario: un ottimo mastering non renderà efficace una registrazione scadente.
Comprimere significa, in sostanza, ridurre i valori di dinamica. Se ascoltiamo un brano non mixato, questo avrà un’escursione dinamica ampia, cioè dei “piano“ e dei “forte“ marcati. Il processo di compressione avvicina i picchi, per cui interverremo sulla riduzione della dinamica generale. In questo modo un passaggio musicale leggero arriverà alle nostre orecchie con la stessa nettezza di uno più potente.
In virtù di questa caratteristica, la compressione è particolarmente presente nella musica radiofonica, laddove l’informazione sonora richiede un impatto.
Lo scopo del mastering non è solo quello di evidenziare il generale senso di attacco, ma agisce allo scopo di livellare i volumi tra una traccia musicale e l’altra.
Il mastering restituisce un risultato generale omogeneo, evitando discrepanze tra i brani di una stessa incisione. Esso opera in modo che, in unoi stesso disco, i pezzi siano coerenti tra loro in volume, risposta in frequenza ed immagine stereofonica.
Nel corso del mastering si ricorre a numerose attrezzature; vediamole:
- Limiter. Come suggerisce il nome, limita i picchi di segnale.
- Expander. Opera all’oppposto del compressore, intervenendo con un’espansione della dinamica generale.
- Equalizzatori multibanda. Permettono di eseguire un’equalizzazione dettagliata: intervengono sui settori di frequenza della traccia mixata.
- Exciter. Lavorando su precise aree sonore, consente di mettere in luce determinate armoniche. In questo modo la sonorità sarà più calda e “colorata“: alcuni programmi dedicati consentono anche di simulare il calore carateristico della distorsione analogica, generando un gradevole effetto saturato.
- Stereo Imaging. Agiscee sulla collocazione sterofonica delle frequenze, offrendo un risultato complessivo equilibrato.
Finalizzare una produzione: le apparecchiature indispensabili
Ve lo diciamo subito: un compressore analogico di quelli seri costa un sacco di soldi. Fate un giro su qualche mercatino musicale e potrete farvi un’idea; il prezzo di alcuni compressori e slot (ovvero moduli parziali) arriva a sfiorare i 5000 euro in alcuni casi.
Ma c’è una buona notizia. Tante case produttrici hanno creato versioni virtuali, in grado di restituire risultati verosimili.
Non cadiamo però nell’errore di pensare che un compressore o un limiter in versione plug in costi poco perchè virtuale. Come abbiamo imparato i software più blasonati offrono prestazioni elevate e i costi a volte diventano impegnativi.
I software “tutto incluso“
Il buon Logic Pro, di cui abbiamo precedentemente parlato, include numerosi plug in dedicati all’ottimizzazione del vostro progetto.

Durante il mastering si ricorre a numerose apparecchiature e processi. I principali sono la compressione, l’uso della compressione e del limiter.
Vogliamo inoltre segnalarvi alcuni pacchetti “tutto incluso“ per finalizzare il vostro progetto musicale. Sempre più case produttrici propongono infatti suite complete, in grado di supportare il producer in ogni passaggio del progetto musicale.
Sono in commercio pacchetti che includono tutti gli strumenti per gestire l’arrangiamento, registrazione, il missaggio e il mastering.
A questo propostio, se desiderate fare un bell’acquisto vi consigliamo il pacchetto completo della Steinberg. Costicchia, ma avrete a disposizione tutto l’occorrente per realizzare un vero disco, dalla A alla Z.
Se invece state muovendo i primissimi passi in questo mondo, e non desiderate nulla di pretenzioso, vi consigliamo Samplitude Music Studio della Magix, un pacchetto molto economico con numerosi effetti e plug in.
Con una spesa inferiore ai 100 euro avrete l’occorrente per creare di certo non un’etichetta discografica, ma una piccola produzione personale certamente si.
Alla prossima!
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