Liuteria Bruma. Il futuro di un’arte antica

Liuteria Bruma. Il futuro di un’arte antica

“Vedi questa? È una Telecaster che sto modificando. I pick-up sono nuovi, artigianali, il ponte sostituito ed è stata tutta ricablata!”

A Campagnola Emilia nell’abitazione di Nicola Sabbadini c’è un piccolo laboratorio casalingo. È una stanzetta, a piano terra, accanto ad un garage. In uno spazio angusto trovano posto chitarre, assi di legno, seghetti, strumenti di precisione, tavoli, vernici. Sul bancone di lavoro, con la luce di una lampada puntata addosso, la Telecaster. Sulla Telecaster le mani di Nicola, che, come un medico musicale, si prende cura delle chitarre ammaccate rimettendole in sesto, consegnandole ad un nuovo utilizzo e ad una nuova vita. Nicola infatti è un liutaio e come ogni artigiano che si rispetti è anche un artista. La Telecaster passata sotto al suo tocco non sarà più la stessa, sarà uno strumento nuovo, diverso, unico. Ma non bisogna lasciarsi ingannare: quella stanzetta angusta è solo l’inizio di un percorso che sarà tutto da scoprire. “Questo è un laboratorio temporaneo. Sto cercando uno spazio più ampio a Correggio. Liuteria Bruma deve ancora diventare grande!”

Il laboratorio temporaneo di Bruma

Il laboratorio temporaneo di Bruma

La liuteria è un’arte antica e nobile che si sta riscoprendo, frutto di un rinnovato interesse negli ultimi anni da parte di tanti giovani che decidono di fare un salto indietro nella tradizione per sceglierla come propria professione. Definita come l’arte di costruzione, progettazione e restauro degli strumenti a corda e ad arco, si tratta di una professione artigianale di cui noi italiani siamo maestri mondiali. Chi non conosce Stradivari? Il nostro territorio è puntellato da scuole importantissime: una città su tutte Cremona. Così come Milano, Pavia, Parma nel nord o Gubbio e Reggio Calabria nel resto d’Italia. Da questo punto di vista possiamo andar fieri della nostra Italia: fiori all’occhiello mondiale, le nostre scuole attirano studenti da ogni angolo del globo, esportando bellezza e cultura legate al mestiere musicale. Questo rinnovato interesse verso la professione del liutaio non ci sorprende. A nostro parere il rinascimento che stanno vivendo i mestieri artigianali storici è una risposta all’ondata tecnologica che sta rivoluzionando la musica (e non solo). Come vi è un revival del vinile, nato quasi come atto di ribellione verso l’ascolto di una musica digitale sì di qualità, ma totalmente immateriale, così vi è un sacrosanto ritorno verso la concretezza della costruzione dello strumento, dello sporcarsi le mani tra vernici e segatura per ottenere qualcosa di fisico, da toccare, da accarezzare. Cosa ovviamente che con un’app digitale di produzione musicale non si può fare. Nicola Sabbadini fa parte di questa schiera di giovani che ha deciso di investire sulla tradizione. E quando si avverte un desiderio impellente non ci si può fare nulla: a 28 anni si molla il lavoro sicuro e ci si lancia in una nuova avventura piena di incertezze per dare spazio alla propria vocazione. Navigare in mare aperto è per pochi, ma si sa che la fortuna premia chi osa.

UNA PASSIONE COLTIVATA NEL TEMPO

Il percorso di Nicola inizia da lontano, da ragazzino. “Direi che la passione per la costruzione per gli strumenti a corda nacque al tempo delle medie, dato che all’epoca ascoltavamo tutti quanti i Queen.


Ero affascinato dalla storia di Brian May, celebre per essersi costruito la propria chitarra da solo. Da lì ho sempre sognato farmi la mia chitarra personale.


È stato però un cammino graduale. Devo dire che all’epoca suonavo già, infatti comprai la mia prima chitarra classica a 13 anni. La lasciai perdere per un po’ di anni, per poi riprenderla sui 18/20 anni in piena fase Ramones. Decisi perciò di mettermi d’impegno con la chitarra elettrica, comprai una Gibson SG e iniziai a suonare in qualche band locale, con le quali si faceva subito hard rock alla AC/DC, per poi passare al grunge e allo stoner degli anni Novanta. Non ci è mai dispiaciuta nemmeno la tradizione italiana, Afterhours e Bluvertigo su tutti. La mia passione per la musica cresceva costantemente. Spontaneamente iniziai anche a smanettare sulla mia chitarra per apportare qualche modifica. Ma non avevo ancora in mente di fare il liutaio”.

La scelta di intraprendere un percorso professionale nel mondo musicale arrivò col tempo. E come spesso accade, anche tale scelta avvenne in maniera inaspettata. “Ho sempre lavorato e suonato insieme, ma a 28 anni arrivai al punto in cui non ce la facevo più. Volevo cambiare lavoro. Così decisi di osare, di mollare tutto e lanciarmi all’avventura: presi la decisione di iscrivermi a scuola per diventare liutaio. E frequentarla a tempo pieno. Ero quasi alle soglie dei trent’anni, fu un passo molto coraggioso ma ero ciò che sentivo di fare!”

UNA SCELTA CORAGGIOSA. LA SCUOLA DI LIUTERIA

Lì iniziò il percorso vero e proprio nel mondo della liuteria: “era il 2009 quando decisi di iscrivermi alla scuola di liuteria classica “Bottega di Parma” del maestro Desiderio Quercetani, nella quale mi diplomai tre anni dopo. Scommettere su una professione di questo tipo può sembrare un azzardo, ma se tale azzardo va compiuto il luogo perfetto per farlo è il nostro paese, come dice appunto la nostra Storia.


L’Italia è la patria mondiale della liuteria. Da noi vengono ragazzi da tutto il mondo per imparare l’arte e riprodurla nel loro paese.


Se vuoi fare il liutaio, devi venire qui, qui è la tradizione. A scuola ebbi la fortuna di stringere amicizia con ragazzi israeliani, spagnoli, norvegesi, francesi. Fu un’esperienza bellissima! Con molti di loro siamo rimasti in contatto e ci sentiamo regolarmente per scambiarci aneddoti, opinioni e consigli per sciogliere i dubbi”.

“All’inizio ero entrato principalmente con il desiderio di imparare le basi. La mia priorità era la manualità sulla lavorazione del legno. Mi dedicai subito al classico con l’idea di costruirmi solide conoscenze utili a qualificarmi per il mestiere: imparare sul classico è importantissimo per conoscere trucchi e tecniche costruttive. Solo al termine del mio percorso di studi decisi di orientarmi principalmente sulla liuteria moderna. Presi tale decisione per più motivi: in primis perché sono chitarrista, poi perché sulla chitarra elettrica vi sono ampi margini per esprimere la propria creatività. Per esempio, in uno strumento classico, pochi dettagli possono essere personalizzati, c’è una tradizione vecchia di secoli che va giustamente rispettata. Con la chitarra elettrica invece si può osare di più. Infine perché la costruzione degli strumenti che compongono il quartetto d’archi è un settore ancora abbastanza “elitario”, se mi si può passare il termine, legato a nomi di grandi scuole e famiglie liuteristiche. Se escludiamo riparazioni e settaggi, utili a tutti i musicisti classici, è un mercato un po’ più complesso”.

NASCE LIUTERIA BRUMA!

Scegliere un ambito come quello della liuteria elettrica non è però più scontato o facile. La specializzazione è d’obbligo in un settore di nicchia dove la qualità è tutto. “Bisogna specializzarsi e farlo bene. Nel mio periodo di studi ho costruito violini, contrabbassi, viole, ma mi sono reso conto che non si può fare tutto. Se avessi voluto intraprendere il percorso della liuteria elettrica avrei dovuto compiere delle scelte. Il rischio sarebbe stato veramente quello di non crearsi mai un’identità artigianale. Da lì mi specializzai quindi in un corso del liutaio Galeazzo Frudua, col quale imparai la costruzione e il settaggio degli strumenti elettrici. Fu l’esperienza decisiva per la mia carriera, dato che prima di entrare nella scuola non avevo mai provato a costruire strumenti elettrici, al massimo mi ero cimentato in qualche modifica.”

20613988_1542785269085337_16227254_nDopo essersi diplomato e aver seguito la specializzazione, Nicola era chiamato a mettersi in gioco realmente come liutaio. Nacque così nel 2015 il primo laboratorio di Bruma Liuteria in una stanzetta di casa. “Ho iniziato da un paio d’anni qui, ma come dicevo ho bisogno di allargarmi per migliorare il mio comfort lavorativo, prendere nuove attrezzature e evolvere il mio lavoro. Mi manca un po’ di spazio. Per ora la maggior parte del mio lavoro è dedicata alle riparazioni, ai settaggi, alle modifiche, ma il sogno sarebbe fare col tempo una linea di strumenti mia e dedicarmi maggiormente alla costruzione. Inoltre vorrei avere uno showroom a tutti gli effetti, con chitarre da far provare”.

COME SI PRODUCE UNA CHITARRA ARTIGIANALE?

Il laboratorio è il luogo dove la passione e il lavoro si intrecciano nella vita di Nicola. È anche il luogo dove i musicisti vengono accolti per discutere dei loro strumenti. E qui ci sorge spontanea la domanda: come avviene la creazione di una chitarra commissionata? “Si parte da una chiacchierata con il cliente. La cosa fondamentale è capire se la persona che si ha davanti sa quello che vuole. Ho avuto a che fare con molti musicisti diversi, tanti sono maturi e coscienti, ovvero sanno che chitarra vogliono, in base al genere che fanno e al modo in cui la suonano. Altri vengono e chiedono consigli per capire insieme come fare uscire dal laboratorio lo strumento migliore per loro. Cerco sempre di essere una persona corretta: se venisse da me un ragazzino alle prime armi forse gli consiglierei una buona chitarra di fabbrica per farsi le ossa. Io lavoro con le passioni e non posso permettermi di “approfittarmi” delle passioni dei musicisti.


Farsi fare una chitarra di liuteria è un investimento, è come un vestito di un sarto che non puoi rivendere perché è fatto su misura.


Da lì metto il progetto su carta dove si decide insieme ogni minimo particolare, dalla punta della paletta alla punta del bottone della tracolla. Io sono qui apposta per spiegare bene tutti i dettagli che possono influire sullo strumento. Da questo punto di vista la mia esperienza di chitarrista mi viene in aiuto. Per me conta tantissimo il fatto di saper suonare lo strumento oltre che a saperlo costruirlo, è fondamentale anche per le riparazioni e il set up. Se sai suonare lo strumento capisci le richieste del cliente e puoi testare il lavoro che fai”.

Nicola seleziona solo legni di qualità

Nicola seleziona solo legni di qualità

Il momento decisivo per la costruzione di una chitarra è la scelta del legno. “Tutta la componentistica è di prima qualità e selezionata tra le migliori marche in commercio. I legni che utilizzo hanno anni di stagionatura naturale alle spalle, li seleziono personalmente. I singoli blocchi, per body, manici o tastiere vengono valutati in base alla resa sonora ed estetica. É un’operazione lunga ma necessaria; per trovare ad esempio tre/quattro manici validi ne passo in rassegna decine. Quando tutti gli abbinamenti di legni e componenti sono stati decisi e tutti i dettagli sono stati scelti con cura, si passa alle fasi di costruzione, assemblaggio, finitura e messa a punto. Non voglio dilungarmi troppo, è un percorso lungo. I dettagli e le scelte da fare sono tantissime, ma è sempre molto stimolante, per me e per il cliente. Con l’arrivo del nuovo laboratorio l’attività di costruzione si intensificherà, perciò vi invito a tornare a trovarmi!”

UN’ARTE LEGATA AL TERRITORIO

20624273_1542780832419114_1087075484_nLa liuteria è un’arte, come abbiamo detto, legata al nostro territorio e alla nostra storia. Intraprendere questa professione vuol dire anche raccogliere il testimone dei maestri che ci hanno preceduto e rendere attuali i loro insegnamenti, senza perdere il legame con le radici. Nicola ha accolto in pieno questa missione fin dalla scelta del nome, dietro al quale si cela l’aneddoto finale con il quale ci congediamo e ci diamo appuntamento ai prossimi mesi per rivederci nel nuovo spazio. “Ho scelto Bruma perché volevo qualcosa che rappresentasse il territorio. Inizialmente volevo ispirarmi ad una albero a me caro, l’olma secolare di Campagnola, simbolo del mio paese, ma non riuscivo a riassumere l’immagine forte e importante che volevo in una parola che suonasse bene e gli desse valore. Perciò decisi di riferirmi ad un altro elemento tipico della pianura, che è la bruma, cioè la nebbia. Ci tengo che il territorio si rifletta sul mio lavoro dato che viviamo in un paese pieno di fonti d’ispirazioni, sia a livello di composizione musicale, sia a livello costruttivo. In fondo siamo artisti, il nostro tocco personale si deve sentire!”

Alessandro Melioli
alessandro.melioli@gigfound.com

Filosofo, classe 1991, da Reggio Emilia. Ama raccontare storie legate al mondo musicale e si impegna a supportare realtà socio-culturali nell'organizzazione di eventi. Ha collaborato con webzine (Vox, KeepOn) e radio (RumoreWeb). Nel tempo libero si dedica allo sport (calcio e basket) e alla pratica di discipline orientali (yoga). Dategli libri e musica e lo renderete una persona felice.

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