
28 Giu All Wah: le scarpe con Wah Wah incorporato
All Wah: le calzature con incorporato il famoso effetto per chitarra.
In cooperazione con il team di ingegneri CuteCircuit, la Converse (si, proprio la famosa impresa produttrice delle scarpe All Star) ha brevettato uno speciale paio di scarpe con nientepopodimenochè un pedale wah-wah al loro interno.
Nelle scorse puntate del nostro blog musicale, tra una notizia e un report, abbiamo profusamente parlato di amplificazione digitale, addentrandoci nel mondo “esoterico“ dell effettistica musicale e dei protocolli MIDI (Music Instrument Digital Interface).

Le All Wah sono delle avveniristiche calzature che, una volta indossate e connesse alla sturmentazione chitarristica, permettono di suonare il celebre effetto “wah“ senza ricorrere ad alcun pedale fisico.
Abbiamo scoperto l’affascinante Seaboard, il pianoforte dai tasti setosi che permette di eseguire, tra le varie funzioni, un vero vibrato, abbiamo recensito Artiphon, il controller per suonare un violino come una chitarra.
Infine, dopo lo stupore con cui abbiamo accolto Mogees, l’“ovetto“ che permette di trasformare ogni superficie con cui è a contatto – dal pentolame domestico al gatto di casa – in un generatore di trigger, eravamo convinti averle viste più o meno tutte.
L’ultima novità lanciata dalla Converse ci conferma invece, ed ancora una volta, l’inutilità di porre ostacoli all’immaginazione umana.
Specie, come abbiamo ampiamente letto negli scorsi articoli, in fatto di brevetti musicali e diavolerie elettroniche.
L’effettistica a portata di…piede

Le All Wah, le calzature con wah wah incorporato, non promettono nulla di rivoluzionario.
Di certo stanno facendo parlare molto di sè, grazie ad un’idea insolita.
“Quando credi di averle viste tutte, ecco che arriva qualcuno con qualcosa di più“: così Isaac Hayes (musicista e doppiatore), commentò il lancio sul mercato del wah wah.
Quest’affermazione è ancor più convalidata oggi dall’arrivo di All Wah, le calzature con wah wah incorporato.
Si, perchè Converse ha avuto la pensata – un po’ geniale, un po’ folle – di inserire il pedale reso celebre da Jimi Hendrix all’interno di una scarpa.
Alla suola, forata ai lati e contenente un input e un output jack, è infatti applicato un sensore in grado di misurare la flessione del piede, restituendo ad ogni movimento una corrispondente alterazione in frequenza del suono.
Il risultato?Per variare il tono del suono generato non serve intervenire su alcun potenziometro o filtro, ma è sufficiente muovere il piede dall’alto verso il basso e viceversa, a tempo o come desiderate, come se si stesse azionando un pedale invisibile.
Per chi ancora non conoscesse il pedale Wah Wah
Reso celebre da un gigante del rock come Jimi Hendrix, il wah wah è uno degli effetti più amati ed acquistati dai chitarristi di ogni epoca.
Qualche parola va però spesa in favore chi brevettò questo effetto, molti anni fa.
Questo pedale chitarristico venne infatti commissionato da Del Casher, musicista che desiderava un effetto che replicasse l’effetto “switch“ presente sugli amplificatori dell’epoca, in grado di enfatizzare le frequenze alte durante gli assoli.
Il prototipo fu realizzato dalla casa Vox, ed inizialmente era destinato ai trombettisti: lo stesso Miles Davis lo provò, ma il prodotto non prese mai…piede.
Tant’è che la Vox, nel 1968, fu costretta a dichiarare bancarotta.
L’anno successivo però, accadde un piccolo miracolo: a seguito del festival di Woodstock, il pedale ebbe un incredibile boom, sospinto dalle nuove sonorità create da uno stravagante e ricciuto chitarrista americano: un tizio che suonava la chitarra con i denti e tirava letteralmente fuori da una seicorde suoni mai sentiti prima.
Stiamo parlando di Jimi Hendrix, ovviamente.
Da allora il wah wah divenne onnipresente nell’arsenale di ogni chitarrista, e tantissime sono le versioni di questo prodotto, ad opera delle varie case produttrici musicali.
Il modello “custom“ più celebre è senza dubbio il “Cry Baby“ dellla Dunlop, utilizzato appunto dal genio di Seattle su brani come “Voodoo Child”.
Altri chitarristi che hanno largamente adottato il wah wah sono il compianto Stevie Ray Vaughan (che aveva omaggiato Jimi rieseguendo le stupende cover “Voodoo Child“ e “Little Wing“), il buon Slash dei Guns N’Roses (in “Sweet child o’ mine“, fra le altre) e Steve Vai (con la meravigliosa “For The Love of God“); ma anche nel funky e disco è utilizzatissimo, su ritmiche ed accompagnamenti.
All Wah: l’insolito brevetto
In un’epoca in cui ogni supporto è ergonomico e indossabile, c’è chi ha provato ad integrare l’effettistica per chitarra direttamente nella suola della scarpe: scarpe ed effettistica musicale trovano una – chi ha detto improbabile? – commistione per quella che potrebbe rappresentare un nuovo livello in fatto di strumentazione musicale.

La celebre ditta calzaturiera ha ideato un brevetto che incorpora il pedale wah wah dentro la suola delle scarpe più vendute di sempre le, All Star.
Le All Wah – che non potevano che essere battezzate così – funzionano come il tradizionale pedale che possiamo ascoltare in tanti assoli storici, da “All Along The Watchtower di Hendrix a ““Dazed and Confused“ degli Zeppelin.
Un sensore flessibile, presente nella suola, rileva i movimenti simili a quelli che si compiono su un vero pedale Wah (una semplice escursione dall’alto verso il basso): questo genera un’informazione, trasmessa ad una wah box, che traslittera il segnale audio, quest’ultimo viene poi trasmesso via standard jack.
Ma non finisce qui, perchè il chitarrista avrà inoltre la possibilità di collegare le “scarpe wah“ ad un dispositivo Bluetooth, indirizzando il segnale ad un dispositivo iPhone o ad un computer Mac.
Un prodotto da collezione?
Le All Wah sono state prodotte in serie limitatissima ( soli 23 esemplari), e non è chiaro se alcuni di essi troveranno spazio nel mercato, dove certamente otterranno il riscontro dei più curiosi e “nerd“ dell’effettistica.
Nel caso in cui dovessimo trovarle nella vetrina del nostro negozio di strumenti musicali – o di calzature, ancora non è chiaro – preferito, vi lasciamo immaginare l’esborso per accaparrarsi l’insolito articolo.
Questo prodotto, come molti di quelli riportati settimanalmente nel nostro blog, ci invitano a riflettere su un aspetto comune.
Che siano destinati a lasciare un segno (in questo specifico caso possiamo dire un’impronta) è comune fra tutti loro il desiderio del musicista la ricerca di un contatto sempre più tangibile con la tecnologia al servizio delle arti.
All Wah, come Artiphon, Mooges e altri, ci comunicano il desiderio di ridurre sempre più la distanza tra il musicista e l’artificio sonoro; riappropriarsi dei linguaggi della musica, in altre parole.
Fra tanti interrogativi, una cosa è certa: le All Wah sono già oggetto di contesa tra gli amanti delle stranezze.
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